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BELVEDERE GD-CLT-N-RN 13163/13501 (2023) è un progetto interdisciplinare creato con (ab)Normal e Captcha per “Spaziale,” il Padiglione Italia, curato da Fosbury Architecture, della 18. Mostra Internazionale di Architettura, La Biennale di Venezia.
Il progetto inizia con un’investigazione del retrobottega operativo del paesaggio toscano. Nonostante lo status culturale da territorio-cartolina, la Toscana ospita alcuni dei vivai più grandi d’Europa e un’enorme produzione industriale di piante e alberi a scopi decorativi. Ospita anche una fiorente industria specializzata nella produzione seriale di elementi architettonici in polistirolo. BELVEDERE esplora il paesaggio toscano e la sua codificazione tecno-estetica, connettendo la produzione seriale di piante identiche e geneticamente modificate alla produzione di copie in polistirolo di elementi architettonici usati per decorare nuovi edifici.
2023 VENICE BIENNALE, ITALIAN PAVILION
BELVEDERE#0001 (2003). Pallet in alluminio (7pc, 120x80x14 cm l’uno); sette gruppi scultorei di elementi architettonici neoclassici in polistirolo (dimensioni varie); vasi da vivaio (28pc, plastica, 33×33 cm l’uno); impianto di irrigazione con tubi fluorescenti; impianto illuminazione luci Neon; video in loop su schermo (55’’, 4K UHD, colori, senza suono); piattaforma cava con terra prelevata dalla piana Prato-Pistoia, componentistica varia. Misure complessive: X:540 Y:220 Z:540 cm.
L’installazione BELVEDERE#0001 investiga il paesaggio Toscano e la sua riproducibilità tecnica. Come nel sogno cibernetico di una macchina auto-replicante, la Toscana utilizza processi produttivi altamente automatizzati per trasformare risorse naturali nella sua infinita auto-riproduzione. L’opera consiste in un paesaggio sintetico che propone un nuova interpretazione del rapporto tra ambiente naturale, arte, architettura, e nuovi processi tecnici.
VIDEO INSTALLATION AT CENTRO PECCI FOR CONTEMPORARY ART
BELVEDERE#0002 (2003). Struttura dodecaedrale multipiano in tubi Innocenti, (ferro zincato, Ø 48mm, varie lunghezze); pannelli sagomati; video in loop su dodici schermi (55’’, 4K UHD, AR 16:9, colori, senza suono); nove gruppi scultorei di elementi architettonici neoclassici in polistirolo (dimensioni varie); componentistica varia. Misure complessive: X: 552cm; Y: 344cm; Z: 552cm.
La seconda installazione, BELVEDERE#0002, consiste in un osservatorio digitale su tre livelli con dodici schermi organizzati su di una struttura dodecaedrale all’interno del Centro Pecci per l’Arte Contemporanea. Dodici video in loop ritraggono il paesaggio circostante e rivelano la natura estremamente artificiale del più grande distretto vivaistico d’Europa. L’installazione presenta un nuovo punto di vista da cui osservare la piana che si estende tra Prato e Pistoia, e funge anche da sito per un public program di incontri che vertono sul rapporto tra arte, architettura, tecnologia e l’ambiente.
EXHIBITION CATALOGUE (Humboldt Books)
Spaziale. Everyone belongs to everyone else, Humboldt Books, 2023. Edited by Fosbury Architecture. English, Italian. 366 pages. Paperback, 17 x 24 cm, ISBN 9791280336118
Il catalogo della mostra “Spaziale. Everyone belongs to everyone else,” edito da Fosbury Architecture, raccoglie le voci di tutti i protagonisti del Padiglione Italia alla 18. Mostra Internazionale di Architettura, La Biennale di Venezia. Il seguente testo è tratto da una più ampia intervista corale pubblicata nel volume.
<<La ‘macchina autoreplicante’ viene teorizzata nel 1949 da John von Neumann come un apparato artificiale capace di riprodursi all’infinito usando risorse prese dall’ambiente circostante. Pur non essendo mai diventata una tecnologia reale, quest’ipotesi cibernetica ha nutrito per decenni desideri di autosufficienza e propagazione tecnologica. Mi sono reso conto che la Piana di Firenze-Prato-Pistoia funziona già in modo simile: gli elementi architettonici che ne contraddistinguono l’architettura, per esempio, vengono prodotti in polistirolo da aziende locali specializzate in modellazione digitale, CAD (Computer Aided Design) e CNC (controllo numerico computerizzato). Questi elementi vengono impiegati nell’industria edilizia, in loco e altrove, riproducendo stili architettonici corrispondenti a un’idea di paesaggio toscano tradizionale. Anche i vivai modellano il paesaggio sfruttando le risorse locali, e poi smistano ciò che producono in decine di altri paesi. Come l’idea di paesaggio toscano viaggia nel mondo, così l’industria vivaistica toscana si basa sull’esportazione. Il risultato è che paesaggi ‘toscaneggianti’ appaiono oggi un po’ ovunque, dalla Cina alla California, anche grazie ai prodotti esportati proprio dalle industrie toscane. E quindi, in quanto entità tecnicamente riproducibile, questo paesaggio viene costantemente codificato e riprodotto altrove. Così facendo, un po’ alla volta, si può immaginare un’integrazione delle filiere industriali tra Prato e Pistoia fino alla creazione di un grande apparato produttivo – impegnato nella propagazione del modello da cui esso stesso è generato. La macchina autoreplicante, in questo senso, corrisponde all’insieme di tecniche e di idee codificate tra Prato e Pistoia, che lavora sulla riproduzione di elementi architettonici e vegetali locali, e che ha come obiettivo ultimo la riproduzione all’infinito dei modelli tecno-estetici della toscanità. […]>>
<< […] Bisogna partire dal presupposto che, così come non sono mai esistiti esseri umani pre-tecnologici, non sono mai esistiti paesaggi pre-tecnologici. Qualsiasi paesaggio terrestre è il risultato di processi di antropizzazione dell’ambiente; qualsiasi luogo vissuto è anche un registro spaziale delle nostre tecniche e pratiche culturali. Il paesaggio indicizza come ci muoviamo, dove abitiamo, come lavoriamo, come ci svaghiamo, cosa e come coltiviamo, se e come alleviamo altre specie. Offre anche una rappresentazione plastica di idee più astratte: forme, stilemi, ritmi e codici visivi. Il paesaggio può essere dato dal centro urbano di Prato o dalla campagna pistoiese, dalla villa in stile o dal viale alberato con i cipressi, dal sentiero che si snoda tra i colli o – a seconda del punto di vista – dall’insieme di tutto questo. In quanto idea, il paesaggio esiste anche al di là dello spazio fisico che gli corrisponde. Riappare sulle cartoline, sulle guide turistiche, e nel nostro immaginario; esiste nelle sue infinite riproduzioni – materiali e virtuali. Mi è stato chiesto di riflettere su questo specifico territorio: ho dovuto rivolgere la mia attenzione, prima di tutto, alle tecniche che lo producono e che, nel processo, rinforzano i modelli mentali che a esso corrispondono.>>
EXHIBITIONS
- La Biennale di Venezia – 18th International Architecture Exhibition. Italian Pavilion. Spaziale, curated by Fosbury Architecture, Venice, Italy
- Centro Pecci per l’arte contemporanea. Centro Pecci Urban Center, BELVEDERE. Prato, Italy
PUBLIC PROGRAM
- Centro Pecci for Contemporary Art – Urban Center. Towards a Self-Reproducing Landscape: Leisure, Automation, and the Politics of Space. “After Leisure: Architecture or Politics?”. 14 July 2023, Prato, Italy
- Centro Pecci for Contemporary Art – Urban Center. Towards a Self-Reproducing Landscape: Leisure, Automation, and the Politics of Space. “Radical Leisure.” 14 September 2023, Prato, Italy
- Centro Pecci for Contemporary Art – Urban Center. Towards a Self-Reproducing Landscape: Leisure, Automation, and the Politics of Space. “Welcome to the Self-Replicating Landscape”. 12 October 2023, Prato, Italy
+ INFO
- A project by: (ab)Normal + Captcha Architecture + Emilio Vavarella
- Curated by: Fosbury Architecture
- Commissioner: Onofrio Cutaia
- Photo © Mattia Balsamini (Prato-Pistoia) / Michela Pedranti – DSL Studio (Centro Pecci) / Delfino Sisto Legnani – DSL Studio (Biennale Venezia).
- Incubator: Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci
- Sponsor: Municipality of Prato, Poliart (Lucca)
- Sustainers: Assessorato all’Urbanistica di Prato(Department of Urban Development of the Mayor’s Office), Vannucci Piante: Andrea Massaini, Fiorello Gori, Enzo Gramigni (Pistoia)
- Special thanks to: Stefano Collicelli Cagol, Valerio Barberis, Mario Pagano